Le targhe preparate per i nostri soci anziani
Le targhe preparate per i nostri soci anziani

«Fa più un vecchio in un canto che un giovane in un campo»… Questo vecchio detto maremmano è quello che abbiamo riportato sulle cinque targhe che martedì scorso abbiamo dato ad altrettanti soci molto speciali. Stiamo parlando di cinque soci anziani, tutti nati negli anni Venti, che sono stati premiati «per i risultati eccellenti raggiunti in un’annata complessa come quella del 2014, per aver dimostrato che con esperienza, costanza e capacità anche le difficoltà possono essere trasformate in un successo».

A premiare i cinque è stato Alessandro Fiorini, agronomo della cantina. Dopo tutto, chi più di lui che li segue costantemente in vigna? E anzi ha raccontato poi che «se non ti sentono per qualche tempo, sono i primi a chiamarti per chiederti quando passi a controllare la vigna».

A volte si potrebbe pensare che con l’esperienza acquisita durante una vita così lunga, i cambiamenti siano più difficili da recepire, e invece Alessandro racconta: «Lavorare con questi soci è stato un piacere in questi anni, perché ti seguono, perché sono il perfetto esempio della persona attaccata al lavoro. Non ho neanche avuto difficoltà a far capire certi passaggi, certe attività da fare in vigna, perché sono sempre stati pronti a capire gli elementi innovativi e la loro validità».

Malgrado l’età avanzata, questi cinque soci si dedicano ogni giorno al loro vigneto, con costanza, dedizione. Lo fanno sapendo bene che il lavoro di una vigna è qualcosa che si fa giorno per giorno, un lavoro di cui la vendemmia è solo il culmine, il traguardo finale.

Certo è che allora, quando la raccolta s’avvicina, ogni passo diventa ancora più importante e infatti Alessandro conclude scherzando: «quando arriva la vendemmia ti massacrano di telefonate», dice. Trentasette volte al giorno, azzarda durante la premiazione. «Hanno l’assillo di consegnare l’uva nel migliore dei modi».

Ecco dunque i loro nomi: Sebastiano Tonini (classe 1923), Orlando Galli (1926), Avellino Pavin (1927), Mario Grascelli (1928) e Florindo Capitini (1928).