Ogni anno, in Maremma, nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio si celebra una tradizione molto speciale, quella dei Canti del Maggio. In quest’occasione, in giro per le campagne, secondo la tradizione maremmana, gruppi di persone si spostano da un podere all’altro, indossando cappelli di paglia addobbati di fiori e cantando. In ogni podere portano infatti canti augurali e in cambio ricevono cibo: carne, salsicce, salumi, uova e, ovviamente, vino. Si chiamano maggerini, queste squadre di cantori.

È un rito legato al culto degli alberi, ai rituali agresti, che festeggia l’abbondanza e, mentre la natura riprendere torna nel pieno della sua vitalità, vuole essere di buon augurio per il raccolto che verrà.

In passato era particolarmente importante anche per la sua valenza sociale, perché i poderi in Maremma erano così distanti tra loro che i Canti del Maggio servivano anche per rafforzare i legami tra le famiglie, sia per lavoro che per le alleanze parentali (e matrimoniali!).

Come tante altre tradizioni, nei decenni passati anche i Canti del Maggio hanno subito un periodo di crisi ma oggi continua a sopravvivere soprattutto grazie a eventi particolari che vedono il coinvolgimento di associazioni attente a valorizzare i canti popolari.

In particolare, a Braccagni, la festa è un punto di riferimento e i gruppi si esibiscono a turno su un palcoscenico alternandosi a poeti estemporanei e cantastorie, anche nel pomeriggio del 1° maggio.

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