Primavera in MaremmaE’ arrivata la primavera in Maremma e in cantina, anche se in questi giorni non si direbbe. L’inverno si è chiuso, e pure quello è stato particolare. Così, per fare il punto della situazione, abbiamo chiesto a Massimo Moscatelli e ad Alessandro Fiorini, rispettivamente cantiniere e agronomo della cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, di raccontarci cosa si sta facendo in questi giorni d’inizio primavera, in cantina e in vigna.

Così Massimo ci racconta il lavoro di questo periodo:

«Ogni settimana si fanno le degustazioni assieme a Paolo Cagiorgna [il nostro enologo], per vedere a che punto sono le vasche. Oggi la cantina lavora su selezioni in vasche piccole» continua Massimo «e quando queste sono pronte, si procede all’assemblaggio. Così si possono fare selezioni particolari: i contenitori più grandi si usano solo in un secondo momento. Insomma, si lavora in cooperativa, ma come se fosse un privato». In base alla tracciabilità, infatti, i vini vengono divisi in lotti diversi, a seconda del vigneto di provenienza. Se internamente questo vuol dire poter avere traccia del lavoro di ciascun socio, dall’altro lato, per il consumatore, comporta la possibilità di ripercorrere il «tragitto» del vino a ritroso, dalla bottiglia fino al vigneto.

«Sono state da poco inviate alcune campionature del Morellino di Scansano 2013 per la grande distribuzione al Consorzio di Tutela – serve la loro approvazione, come da disciplinare prima dell’imbottigliamento. In questi giorni poi si sta lavorando alla Riserva 2011 del Morellino di Scansano e alla Riserva Sicomoro che a breve verrà imbottigliato».

L’altra voce è quella di Alessandro Fiorini. Come agronomo della cantina, segue i soci durante il corso di tutto l’anno, dando indicazioni su cosa fare nel vigneto, in base all’andamento climatico e al microclima e alle caratteristiche del terreno di ciascun appezzamento. Gli abbiamo chiesto che conseguenze ha avuto, quest’inverno così mite sul vigneto, visto che  «l’inverno, qui da noi, non s’è visto» aveva detto prima Massimo.

«Le piante non hanno sentito freddo, quest’inverno. E le temperature miti le hanno indotte a riprendere l’attività vegetativa molto presto» spiega Alessandro. Normalmente le piante approfittano dell’inverno per riposare. In autunno, con l’abbassarsi delle temperature e l’accorciarsi delle giornate, le sostanze contenute nelle foglie migrano verso il tronco. In quella fase le foglie virano di colore (a causa del degrado della clorofilla) e le foglie cadono lasciando però sigillata (come prevenzione contro le malattie) la parte in cui erano attaccate alla vite. La pianta insomma si chiude in se stessa, l’energia si concentra tutta nel tronco e nelle radici che pure rallentano la loro attività. Una sorta di letargo stagionale. Ma quali sono i rischi, se ci sono, di una ripresa così anticipata? «L’unico rischio può esserci se ci dovessero essere delle gelate, se si saranno già formate le gemme. Se al contrario la temperatura resta mite anche in primavera, non ci dovrebbero essere problemi». La vigna, malgrado questo inverno molto particolare, riprenderà la sua solita attività.