Il bello di internet è che mette a disposizione risorse – anche provenienti dal passato, magari –  di cui neppure conoscevi l’esistenza. Ad esempio qualche giorno fa mi è capitato di scoprire per caso questo vecchio documentario sulla Maremma caricato su Youtube dal MiBAC Direzione Archivi.

Il documentario s’intitola Maremma – la razionalizzazione dell’agricoltura, ed è il primo documentario diretto da Giovanni Patroni ed è conservato nell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa istituito a Ivrea nel 2005. All’interno dell’Archivio si trovano circa 50mila rulli di film realizzati a partire dai primi anni del Novecento da imprese come Olivetti, Eni, Fiat, Birra Peroni, Edison. E’ stato proprio il Gruppo Montedison a produrre questo documentario che vinse il primo premio al Cinema Industriale di Stoccolma, in Svezia.

Al di là dei contenuti riferiti alla razionalizzazione dell’agricoltura in sé, in cui magari si possono notare in modo più evidente la committenza, il documentario mostra un’interessante visione della Maremma dopo la riforma agraria e dopo la bonifica. Ci sono i riferimenti all’agricoltura, alla natura, ai cacciatori di “porci selvatici” che allora venivano poi trasportati a cavallo fino al paese, al buttero, “il leggendario soldato della maremma”. Si parla di paesi come Sovana, col suo tempo sospeso e Pitigliano, di castelli abbandonati, e dei briganti che si nascondevano nelle tombe etrusche e facevano ancora parte di un passato molto recente.

Curiosamente, sebbene appaiano nelle immagini del documentario anche dei bei grappoli di Sangiovese, non si fa menzione alcuna del Morellino di Scansano. Come è possibile? mi sono chiesta arrivando con un pizzico di incredulità alla schermata con la scritta «FINE». Allora sono andata a indagare, e nella biografia di Giovanni Patroni ho trovato la data di realizzazione del documentario: 1978. L’anno in cui fu introdotta l’allora Doc, oggi Docg, del Morellino di Scansano, grazie anche al lavoro fatto dalla Cantina del Morellino di Scansano assieme ad altri produttori della zona. Curioso come oggi, invece, non si parli più di Maremma, soprattutto quella agricola, senza parlare anche di vino, anche di Morellino.

Ma è il bello di un vecchio documentario: che ci fa vedere quello che conosciamo con occhi diversi, ci fa apprezzare quello che è rimasto uguale, e quello che è cambiato.

Clicca sull’immagine qui sotto per far partire il video.

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